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— Come, che c’entri! E lo stracotto chi l’ha mangiato?
— Tu hai detto: proviamo...
— Tu l’hai detto.
— No, l’hai detto tu.
— Senti, Burchiello, non mi fare stizzire, perchè se no, lo sai, finisce male.
— Ci ho colpa io se ti sei lasciato scappare il gatto?
— Io mi sono lasciato scappare il gatto, ma se tu non fossi venuto a bottega a darmi quei bei consigli...
— Già l’ho sempre pensato che tu sei un povero figliolo...
— Bada come parli, veh!
— Lo sai che quando voglio dartele, non fo complimenti...
— Sentilo, oh! Poc’anzi ne hai buscate quanto un ciuco...
— Quanto un ciuco? Ma che, ti ci vorresti riprovare?
— Eh, perchè no?
Non dissero altro: si accapigliarono, e ricominciarono a menarsi botte da orbi. Dopo un dieci minuti di quel lavoro, i due amiconi si lasciarono; Ciuffettino aveva la faccia tutta graffiata, e Burchiello era pieno di bernoccoli.
— E adesso, facciamo la pace! - disse Ciuffettino.
— Facciamola pure!
Senza stare a pensarci sopra, si dettero la mano, si abbracciarono, si baciarono, e giurarono di non leticare mai più.
— Ora che non c’è più speranza di riacchiappare quel gatto birbone - propose Burchiello - torniamo a casa...