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oltre certi limiti. Abbiamo riflettuto sei ore buone: è tempo, dunque, di chiudere la laboriosa seduta... Ci sono altre piccole faccende da sbrigare?
Nessuno rispose al monarca.
— Ehi, dico... signor relatore... - strillò il re dei Fannulloni, che quel giorno, per un bel caso, non aveva punto sonno - rispondete!.. Ci sono altre faccende?
Nessuna risposta.
Allora il re, alzatosi dal suo seggio, andò ad urlar nelle orecchie del relatore:
— Ci sono altre faccende..?
— Chi? che cosa? dove? - chiese, svegliandosi di soprassalto, l’integerrimo funzionario - che cosa è successo?
Il re, con una pazienza esemplare, ripetè la domanda.
— Ah! sicuro - disse il relatore, stropicciandosi gli occhi - Vostra Maestà mi aveva fatto una paura... Dunque, ecco: ci sarebbero gli abitanti dei sobborghi di Sbadigliopolis che vorrebbero una diminuzione di imposte... perchè il raccolto delle patate quest’anno è andato male...
— Ci penseremo... C’è tempo, non è vero?
— Altro che! ne riparleremo fra due o tre anni, Maestà. Poi ci sarebbe il processo del terribile brigante Squarciagole, che si è impadronito di quel castello... su la riva del mare... Sono sette anni che si rimanda sempre...
— Ebbene, che male ci sarebbe se lo rimandassimo di altri sette anni?
— Benone, Maestà. Quel brigante non ha punta furia di essere condannato. Per adesso mangia, beve fuma e giuoca a briscola con i carcerieri.....
— Tiriamo innanzi.