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giando su la riva del mare, seguito da Beecolungo e da Beccocorto, vide, abbattuta su la sabbia, una zucca gigantesca. Sotto la scusa di volercisi divertire, Ciuffettino aprì la zucca in due, aiutandosi con una grande sciabola, che adesso portava sempre al fianco - era, manco a dirlo, anche quello un avanzo del famoso bottino della nave naufragata - e poi, dopo averla aperta, pregò i suoi aiutanti di campo acciocchè glie la scavassero a colpi di becco.
E questi obbedirono senza sospettar di nulla. Quando ebbero scavata una metà della zucca, Ciuffettino li fece fermare, e disse loro che aveva fretta di tornare alla reggia.
— E la zucca? - chiesero le due bestie, che per obbedire il loro imperatore, avevano faticato come... bestie.
— La lascio qui. Ho voluto provare se vi riusciva di far quel che dico io, qualche volta. Ora andiamo.
I due pappagalli si guardarono, e scossero il capo come a dire:
— Che bel matto!
E tutto finì lì. Però, di nottetempo, Ciuffettino, approfittando del sonno dei suoi cortigiani, discese dal