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l’esercito, e poi ad esaminare il bilancio dello Stato.
Dopo colazione - il solito orzo bollito - Ciuffettino ebbe un’idea.
— Oggi sono libero, finalmente, e voglio prendermi un po’ di svago. Andrò su la spiaggia a raccoglier granchi...
Beccolungo gli tolse subito questa speranza. — C’è troppo vento oggi, per andar sulla spiaggia.
— ... troppo vento! - ripetè Beccocorto.
— La tua salute... - cominciò Beccolungo.
— E’ preziosa, lo so - finì Ciuffettino, il quale aveva una gran voglia di piangere. - Ed io che credevo che fosse un bel mestiere... fare l’imperatore! Aveva ragione mastro Mangiavento!... Aveva ragione fin troppo!...
Allora, preso da una risoluzione improvvisa, Ciuffettino XXXV disse ai suoi aiutanti di campo:
— E se io la facessi finita? Se me ne andassi?
I due pappagalli sbatterono le ali violentemente, dilatando le pupille.
— Andartene! Lasciare il trono vacante!... Oh! che dici, immenso Ciuffettino? Ma ci fai istupidire!... Che idee!... Non lo sai, che fino alla tua morte devi regnare in quest’isola? Oh! ma tu vaneggi, tu ti senti male...
— No, mi sento benissimo, anzi... Sicchè... io dovrò rimaner qui fin che campo... a mangiar l’orzo?...
— Certo!...