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— ... mai paura! - aggiunse Beccocorto.

— Eh, lo so, non deve: ma io, all’idea di doverne buscare, mi sento venir freddo...

— Certo, sublime imperatore, tu dovrai dimostrare una grande sagacia ed un grande coraggio contro un nemico così numeroso e così forte: ma io credo che con l’aiuto dei tuoi sudditi, finirai col vincere... come vinse il grande Ciuffettino XXIV.

— Anche lui ebbe da fare con quei noiosi di macacchi?

— Ciuffettino XXIV riuscì a vincere..! Uccise in singolar tenzone il re dei macacchi e lo spellò sotto gli sguardi dei pappagalli festanti... La pelle del nemico si trova nel Museo storico... Perchè non dovresti tu fare altrettanto?

— Ma io non le so spellare, le scimmie...

— Vergogna! Quella pelle è un trofeo di gloria!...

— Davvero? se non è intignata, me ne farò una pelliccia per questo inverno... Ma io ti domando ancora: e se perdo?

— Se perdi, i Giudici superiori ti condanneranno ad aver le orecchie strappate...

— Eh!...

— E ti lasceranno due mesi senza mangiare.

— Allora bisogna vincere per forza!

— Decidi tu, eccelso imperatore! - concluse Beccolungo.

— ... tu! - aggiunse Beccocorto, che aveva una gran voglia di ridere, ma faceva finta di nulla.

— Ho bell’e deciso: andiamo contro i macacchi! Alti dignitari, seguitemi!

E Ciuffettino scivolò lungo il tronco dell’albero, e si avviò per la foresta, seguito dal valoroso principe Beccolungo e dall’integerrimo duca Beccocorto.