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del farmacista, così il ragazzo nacque... con il ciuffo.

Appena Ciuffettino ebbe cinque anni, il babbo lo mandò a scuola. Bisogna premettere, a lode del nostro eroe, che era venuto su un monello di prima forza: svogliato, bugiardo, sfacciato, sporco... Il babbo aveva fatto del suo meglio per metterlo su la via buona: ma aveva anche troppe scarpe da rattoppare, e non poteva star sempre appresso al figliuolo la mamma poi, si sa, glie le dava tutte vinte... Basta: a sei anni, Ciuffettino era più asino che a cinque. A sette, peggio che mai. A otto, non ve ne parlo. A nove..

E il babbo: — Ciuffettino te ne pentirai... bada, Ciuffettino!... sta’ attento... studia...

Ma sì! La mamma era sempre pronta a gridare:

— O lascialo un po’ in pace, questa benedetta creatura! Non vedi come è miserino, povero tesoruccio? A farlo studiar tanto c’è il caso... Gesummaria!... di mandarlo all’altro mondo...

— Così lo alleverai una birba matricolata! - strillava compar Attanasio, tirando lo spago con bizza.

— Esagerato, brontolone!

— E tu vecchia senza giudizio...

Alle volte Ciuffettino, dopo questi discorsi, si portava la punta del pollice al naso, e stendendo la mano a ventaglio, faceva:

— Babbo: cucù..

Compare Attanasio, imbestialito - con ragione, veh! -