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vato alla scaletta di legno del bastimento, sotto alla quale galleggiava una barchettina. Balzarono nella barchettina, e si arrampicarono su la scaletta.
Sul ponte della nave c’erano molti marinai, distesi sopra le tavole, e dormivano perchè avevano preso tutti una bella sbornia la notte innanzi, alla fiera del paese vicino.
Perciò Melampo e Ciuffettino si calarono nella stiva indisturbati. Il ragazzo trovò, in un angolo della stiva, presso la poppa, l’usciolo di una specie di cabina: lo aperse ed entrò. C’era un gran puzzo di pesce secco, di olio rancido e di catrame, là dentro: vi si respirava a malapena: ma il ragazzo non fece troppe storie: si sdraiò su di un mucchio di cordami, appoggiò il capo su di una cassetta di baccalà, e attaccò un bel sonno. Melampo rimase un bel pezzo a fantasticare su i propri casi: poi, dopo essersi grattato un’orecchia, e dopo essersi data una brava leccatina al muso, chiuse gli occhi anch’esso.
Svegliandosi, Ciuffettino vide, e con estrema meraviglia, che le pareti della cabina oscillavano.
— Il terremoto!... - disse. E si alzò: ma le gambe