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rodere le corde con accanimento, di modo che prima dell’alba Ciuffettino era libero.
Si alzò, e, saltellando, si avviò a tentoni alla porticina del palcoscenico. I gendarmi ronfavano, e non c’era da temer nulla da parte loro. Ma ecco, di un subito, che un rumore di passi... piuttosto spietati, si fece udire in platea. Ciuffettino rabbrividì, e disse a Melampo, con un fil di voce:
— E’ Mastro Spellacane! Ora stai fresco anche te!...
E la voce di orso raffreddato dello spaventoso burattinaio rimbombò.
— Ciuffettinooo! svegliati!... bisogna sbarazzar la baracca, perchè si parte!... Questa non è più aria per noi...
Ciuffettino e Melampo si nascosero in un angolo presso la porticina. Il burattinaio entrò, e andò dritto al fondo, mentre il ragazzo ed il cane se la svignavano...
Erano appena fuori, e stavano per imboccar la strada di Cocciapelata, allorchè il burattinaio uscì gesticolando e vociando dalla baracca, e tagliò loro la strada.
Allora Ciuffettino e Melampo presero la via del mare: e il cane pregò subito il nostro eroe di montargli in groppa.
— Oggi mi sento in forza, ti ripeto, perchè ieri sera ho mangiato due bistecche da un macellaio del paese! - esclamò Melampo... - e si slanciò a corsa vertiginosa.
Per qualche tempo il burattinaio, schiumando dalla bile, gli tenne dietro: ma poi, con il fiato spezzato, la milza gonfia come un pallone, dovè fermarsi. Allora, tendendo il pugno verso i fuggenti, ringhiò:
— Adesso vado ad infilarmi gli stivaloni delle sette leghe, e poi vi raggiungo in due salti! E la vedremo!