Pagina:Yambo, Ciuffettino.djvu/140


— 126 —

inoltre, di farti buona custodia. Capirai!... dopo la catastrofe di questa sera, successa per causa tua...

— Per causa mia!...

— Tua, già. Il padrone ha dovuto rendere i biglietti...

— Gli sta bene! Chi gli ha insegnato di far fare da burattini ai ragazzi?

— Ma! - grugnì l’altro burattino, facendo crocchiare le giunture - noi non ci entriamo, in queste piccolezze. Noi dobbiamo invigilarti, impedirti di fuggire, e basta.

— Ma voi altri, chi siete, se è lecito?

— Noi siamo i gendarmi. E se ti ostinassi a voler fuggire, noi dovremmo ucciderti come un cane!

Questa è la frase di prammatica di ogni vecchio dramma da burattini.

— Oh! il mio cane! - pensò, per associazione d’idee, Ciuffettino, con le lacrime agli occhi - dove sarà, adesso!... almeno ci avessi lui... mi consolerei... Povero Melampo... se l’avessi ascoltato... Oh!... la mia testa! la mia testacela!...

Aveva appena finito di dire dentro di sè queste parole, che si sentì lambire le mani delicatamente, e sentì sul volto un soffio caldo e ineguale, Ciuffettino mandò un grido di allegrezza:

— Melampo! - disse, in tono di suprema speranza.

— Sono io!... - borbottò il degno animale, affettuosamente - vengo a pagare il mio debito verso di te... Te l’avevo detto, che una buona azione, alle volte, viene ricompensata!... Vedi, prima che il burattinaio se ne andasse, mi sono introdotto pian piano sotto il palcoscenico... ho aspettato che tutto fosse tranquillo, e sono venuto da te... Ora, a poco a poco roderò le corde che ti avvincono ai polsi...