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La Fata (con le braccia in aria).
Orlando, se tu vai contro il nemico
ti benedico:
di più non dico!
Arlecchino. Di queste cose non m’importa un fico!
(la Fata dispare con un’altra fiammata di pece greca).
Gano (a parte). Oh! rabbia, son perduto!
l’oste non è venuto?
Arlecchino (che ha sentito). Qual’oste? ha il vino buono?
Gano. Grullo! l’oste: il nemico!
(un altro tuono).
Arlecchino (rabbrividendo). Senti che tuono?
Orlando (a Gano). Andiamo, amico!
Arlecchino (seguendoli).
Su, padron, v’avviate...
in cerca di nerbate!
(partono tutti e tre).
QUADRO TERZO.
Una collina.
Orlando, il Maganzese, Arlecchino.
Orlando. Oh! soave fidanzata
tanto amata!
Non ascolti i preghi mici?
Mia diletta, dove sei!
Than rapita
alle gioie di mia vita,
e ti trovi in mezzo ai guai?
Non sia mai!
(voi, come svegliandosi da un sogno).
Dove andiamo, dunque, dove?
Gano (accennando sempre fra le quinte).
Lassù, lassù!
Arlecchino (con un grido). Si muove
qualcosa! oh! Dio!... son morto!
(si odono dei colpi e dei clamori confusi dietro le scene).
Orlando. Ah! siam traditi!...
Arlecchino. E’ l’oste con il conto!