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— Pròvati!...

— Lo faccio di certo!

— E io ti chiudo in un locale, fra i burattini ritto, per un paio di mesi almeno!

Ciuffettino si tacque; e mastro Spellacane, stizzito, acchiappò da un gran mazzo di fantocci due o tre infelici che gli servivano per il primo atto, e si arrampicò su di una scaletta che dava su i cieli del teatrino.

Non appena il fiero Orlando fu staccato dalla quinta, e ricominciò ad ondeggiare nelle giunture, mandando le braccia e le gambe di qua e di là, un oooh...! di soddisfazione uscì dalle bocche dei piccoli spettatori.

La tragedia che Mastro Spellacane recitava, era stata composta, qualche anno addietro, dal burattinaio stesso, in un momento di melanconia letteraria, ed aveva ottenuto lusinghiero successo. Si componeva di moltissimi atti, e ognuno di questi atti si suddivideva in moltissimi quadri: ma la tragedia aveva questo di buono: che anche rappresentandola ad atti separati, o recitandola alla rovescia, ossia dal fondo alla cima, il risultato era sempre il medesimo, e piaceva lo stesso.

Per la storia dell’arte non posso a meno di riprodurre almeno il primo atto del sublime lavoro storico-fantastico di mastro Spellacane, persuaso che i miei amici lettori saranno contenti del regalo, e mi dimostreranno la loro gratitudine rappresentando questo frammento nei loro teatrini di marionette.