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XIII.

In cui Ciuffettino prega mastro Spellacane di non fargli fare il burattino.

— Che cosa vòle? - domandò Ciuffettino che si sentiva soffocare in quell’atmosfera umida e greve - se ella fosse un burattinaio bene educato, dovrebbe tenermi con più garbo... non sono mica di legno, io! oh, oh... la mi strizza i fianchi!... badi...

— Giusto - mormorava tra i denti l’omaccio, staccando dalla testa di un burattino il filo di ferro, e agganciandolo alla giacchetta del ragazzo, proprio vicino al collo - mi mancava Facanapa... per il se-