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Le ragioni per le quali fummo indotti a entrare in guerra, sono abbastanza chiare. Gli insulti e le aggressioni eccezionali, alle quali ci faceva segno il Governo Imperiale Germanico non ci lasciavano altra alternativa, per salvaguardare il nostro onore, se non quella di prendere le armi in difesa dei nostri diritti, come popolo libero, e del nostro onore, come governo sovrano.

I padroni militari della Germania ci negarono il diritto di rimaner neutrali; essi riempirono le nostre città — fino allora scevre di sospetti — , di spie e di cospiratori depravati e tentarono corrompere l’opinione pubblica a loro vantaggio. Allorché si accorsero che non riuscivano nell’intento, i loro agenti si accinsero diligentemente a fomentare la sedizione fra di noi e tentarono distaccare i cittadini dalla loro fedeltà alla nazione: alcuni di quegli agenti facevano parte perfino della stessa Ambasciata imperiale del Governo tedesco, qui, nella nostra Capitale. Con la violenza essi tentarono di distruggere le nostre industrie e d’ostacolare il nostro commercio; tentarono di istigare il Messico a prendere le armi contro di noi, e di attirare il Giappone verso una alleanza con esso, a noi ostile — e ciò non indirettamente, ma per suggerimento diretto del Ministero degli Affari Esteri a Berlino; — essi impudentemente ci impedirono la libera navigazione in alto mare e diedero ripetutamente esecu-