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le cose e che mi ha soccorso in modo indicibile; cosicchè io, che per tutto il primo anno della mia reclusione non ho fatto che torcermi le mani, ben mi ricordo, e gridare con una impotente disperazione: «Quale tracollo! Quale spaventevole fine!», adesso invece tento di dirmi e, qualche volta, quando non mi torturo da me stesso, realmente e sinceramente mi dico: «Quale nuovo principio! Quale meraviglioso principio!» Può darsi che sia così, in realtà. Può darsi che la cosa divenga così. E allora quanto io dovrei a questa personalità nuova che trasforma l’esistenza di ognuno, anche qua dentro!

Vi sarà possibile comprenderlo, quando vi dirò che, se fossi stato liberato nel maggio scorso (come desideravo), avrei lasciato questo luogo con l’anima piena di amaro odio contro di esso e contro i carcerieri – ma questo sentimento cattivo avrebbe poi avvelenato la mia vita. Ho subìto un anno di reclusione di più, ma un senso vivo d’umanità è pur stato in carcere con tutti noi ed ora, quando me ne andrò, io mi rammenterò sem-