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Certo, occorre che il peccatore si penta. Ma perchè? Per la semplice ragione che, altrimenti, non potrebbe rendersi conto di ciò che ha fatto. L’istante del pentimento è quello stesso dell’iniziazione. È anche più: è il mezzo col quale si muta il proprio passato. I Greci non reputavano possibile tutto ciò. Spesso affermano nei loro aforismi gnòmici: «Nemmeno gli Dei potrebbero mutare il loro passato». Ebbene – Cristo ha mostrato che il più comune dei peccatori può farlo e che anzi è l’unica cosa che può fare.
Se ne fosse stato richiesto, Cristo, ne sono sicuro, avrebbe risposto che nell’istante in cui il figlio prodigo cadde in ginocchio davanti al padre e ruppe in singhiozzi, egli trasformò le sue orgie, le sue umiliazioni e la sua degradazione in altrettanti momenti belli e santi della propria vita. È difficile, lo so, per la maggior parte degli uomini, l’afferrare una idea siffatta. Oso dire che bisogna andare in prigione per poterla comprendere. E se così è, vale veramente la pena di vivere in una galera.