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è ai poveri che Cristo pensa, ma all’anima del giovane, l’anima che era rovinata dalla ricchezza. Nella visione della vita egli è d’accordo con l’artista il quale sa che, per l’inevitabile legge del perfetto sviluppo di sè stesso il poeta deve cantare, lo scultore pensare nel bronzo e il pittore fare del mondo lo specchio delle proprie emozioni; appunto come il biancospino deve sbocciare in primavera, il grano tingersi d’oro nel giugno e la luna, ne’ suoi puntuali viaggi, deve cambiarsi di scudo in falce e di falce in iscudo.
Ma, mentre Cristo non ha mai detto agli uomini: «Vivete per gli altri» egli ha mostrato, però, che non c’è nessuna differenza tra la nostra e l’altrui vita. Con questo mezzo egli ha dato all’uomo una personalità estesissima e titanica. Dopo la sua apparizione, la storia di ogni individuo particolare si è trasformata o può trasformarsi nella storia stessa del mondo. Senza dubbio, anche la cultura ha intensificato la personalità dell’uomo. L’arte ci ha dato degli spiriti innumerevoli come miriadi. Coloro che hanno tempe-