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ti, coloro che sono diventati muti nel servaggio e de’ quali solamente Dio comprende il silenzio; e tutto questo non era una semplice immaginazione, ma un fatto vero, compiuto, in modo che ora tutti quelli che cercano di penetrare nella sua personalità – quantunque non si curvino davanti a’ suoi altari, nè s’inginocchino innanzi a’ suoi preti – s’avvedono, in qualche modo, che la macchia del loro peccato è lavata ed hanno la rivelazione della bellezza del loro soffrire.

Dicevo che Cristo va messo assieme con i poeti. È vero. Shelley e Sofocle l’accompagnano. Ma tutta la sua vita intera è il più meraviglioso dei poemi. Quanto a «pietà e terrore», non c’è niente di simile nel ciclo complessivo della tragedia ellènica. La purità del protagonista innalza tutto il piano della sua vita ad un’altezza d’arte romantica donde – a causa dell’orrore – sono eliminate le tribolazioni di Tebe e della schiatta dei Pelòpidi; ed essa mostra ancora quanto avesse torto Aristotile ad affer-