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cella. Perchè la vita della prigione, colle sue privazioni e i suoi sacrifici innumerevoli, spinge alla rivolta. E il più terribile non è già che essa spezzi il cuore – i cuori non sono fatti per essere infranti? – ma che lo trasformi in una pietra. Tali volte, si sente che solo con una fronte di bronzo e delle labbra sprezzanti si può arrivare alla fine della giornata. Ma colui che si trova in istato di ribellione non può ricevere il dono della grazia, (per usare la frase che la Chiesa ama, con tanta ragione, oserei dire), perchè, nella vita come nell’arte, lo stato di rivolta preclude le vie dell’anima e non lascia passare i soffi del cielo. Tuttavia, se pur devo impararle in qualche luogo, è qui che mi eserciterò nelle lezioni d’umiltà e devo essere pieno di gioia, se i miei piedi sono sulla buona via e il mio volto guarda verso la «porta che è chiamata bella», sebbene io debba cadere ancora tante volte nel fango e spesso disorientarmi in mezzo alla bruma.
Questa Vita Nuova, come la chiamo sovente pel mio amore di Dante, non è a ri-