Pagina:Wilde - De Profundis, Milano, Bolla, 1926.pdf/25

vere e della cenere nella mia bocca, ma il ricordo di quel piccolo gesto d’amore, adorabile e silenzioso, ha riaperto per me tutte le fonti della pietà, ha fatto fiorire il deserto come una rosa, m’ha strappato dalla disperazione solitaria dell’esilio per mettermi in armonia col grande cuore ferito e spezzato del mondo. Quando gli uomini saranno capaci di comprendere non solo quanto quel gesto fu bello, ma pure quale intimo significato ebbe per me e quale valore avrà per me sempre, allora forse essi sapranno in che modo e in quale stato d’animo mi devono avvicinare.

I poveri sono saggi e più caritatevoli e più propensi alla bontà di noialtri. Per loro la prigionia è una tragedia nella vita di un uomo, una sciagura, una disgrazia, qualche cosa, insomma, che merita la simpatia altrui. Essi parlano di colui che è in carcere come di uno che «passa un guaio», semplicemente. È l’espressione che adoperano sempre ed essa contiene la perfetta saggezza dell’amore. Invece, con le persone del