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Sui tetti 87


a traverso l’aria esterna che discendevano capricciose; vorticose, e scomparivano poi, cacciate dalla colonna d’aria, aspirate dal ventilatore. Un raggio luminoso tremolò.... quelle macchie s’illuminarono vivamente di una candida luce, quindi daccapo le tenebre. Dal suo ritiro, ben riscaldato e arieggiato, Graham si accorse che fuori, a pochi piedi distante da lui, nevicava.

Egli indietreggiò fino al capo opposto della stanza, poi tornò sotto il ventilatore; così potè distinguere una testa, udire un bisbiglio, un colpo forte sopra una sostanza metallica, uno sforzo, delle voci.... e finalmente il ventilatore si fermò. Una raffica di fiocchi di neve penetrò nella stanza, fondendosi al calore prima ancora di aver toccato il suolo.

— Non abbiate paura, — gridò una voce.

— Chi siete? — mormorò Graham.

Per un momento non si udirono che le oscillazioni del ventilatore; quindi un uomo introdusse con precauzione la testa dall’apertura dell’apparecchio. Il volto di esso appariva quasi arrovesciato: i suoi capelli erano umidi di neve liquefatta: aveva il volto giovanile, gli occhi lucenti e gonfie le vene della testa. Pareva facesse ogni possibile sforzo per conservar l’equilibrio.... e per alcuni secondi nè lui nè Graham parlarono.

— Siete voi il dormente? — domandò finalmente lo straniero.

— Sì, — rispose Graham. — Che cosa volete?

— Vengo da parte di Ostrog, Sire.

— Ostrog?

L’uomo nel ventilatore si voltò in modo che Graham potè vederlo di profilo.... pareva che egli ascoltasse.... ad un tratto echeggiò per l’aria un grido d’allarme e l’intruso si rigettò indietro, proprio a tempo