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Nelle stanze silenziose 79


più garbatamente possibile ogni domanda che riguardasse la situazione degli affari che accadevano fuori, e per quei tre giorni l’attività cerebrale di Graham fece grandi passi.

Ciò che egli aveva veduto, quegli sforzi e quelle preoccupazioni per impedirgli di vedere, tutto ciò si agitava nel suo spirito e gli fece formulare innumerevoli ipotesi per spiegare la sua posizione, e, per caso, trovò la vera.

Tali divagazioni erano un’eccellente preparazione agli avvenimenti incalzanti che dovevano aver luogo in seguito e, quando finalmente giunse il momento della sua liberazione, egli era pronto ad affrontar qualunque cosa....

Il contegno che Howard teneva con lui, aumentava sempre più in Graham l’impressione della sua straordinaria importanza; pareva che nel momento in cui la porta si apriva e si chiudeva, lasciasse penetrare tutta un’invasione di eventualità. Graham rivolgeva insistentemente delle domande che ogni volta divenivano più incalzanti e alle quali Howard sfuggiva, adducendo equivoche impossibilità.

— Il vostro risveglio era impreveduto, — ripeteva. — E per l’appunto vi siete destato alla vigilia di una sommossa sociale che io non potrei spiegarvi senza raccontare la storia da una «grossa» e mezza d’anni fa.

— La verità è, — rispose Graham, — che voi avete paura del mio intervento. Mi pare insomma che io potrei esser l’arbitro.... che dovrei esserlo.

— Ciò non è esatto, ma voi possedete.... Insomma posso ben dirvelo ora.... L’accrescimento automatico delle vostre ricchezze, mette nelle vostre mani.... grandi possibilità di potere.... Inoltre voi eserciterete la