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76 | quando il dormente si sveglierà |
quale sensualità sistematica in.una classe di gente opulenta!... E pensava a Bellamy, il cui eroe, nella sua «Utopia sociale», aveva così stranamente preveduto tutto ciò che ora accadeva. Ma qui, nessuna Utopia, nessuno Stato socialista. Aveva veduto abbastanza adesso, per concludere che l’antica contradizione del lusso, dello sperpero, della sensualità da un lato, e dell’abietta povertà dall’altro, regnava ancora e conosceva abbastanza i fattori essenziali della vita per rendersi conto di una tal correlazione. Non soltanto gli edifizi della «Città» eran giganteschi, innumerevoli le persone nelle strade, ma lo schiamazzo che aveva udito per le vie, l’imbarazzo di Howard, l’atmosfera stessa, parlavan chiaramente 5 di uno scontento colossale. Che paese era quello?
gli pareva sempre l’Inghilterra, ma con dei caratteri così poco inglesi!
Il suo spirito cercava d’indovinare il resto del mondo, ma rimaneva avvolto in un velo enigmatico. Cirò per tutto l’appartamento esaminando tutte, le cose come avrebbe potuto fare un animale in gabbia: si sentiva molto stanco, ma provava quell'esaurimento febbrile che impedisce il riposo. Stava per lunghi momenti in ascolto, sotto il ventilatore, per veder di capire qualche cosa del lontano tumulto che continuava ancora I nella «Città» e si sorprese a parlare ad alta voce.
— Duecentotrè anni, — ripetè più volte ridendo scioccamente. — Allora io ho duecentotrentatrè apni; sono il più vecchio abitante della terra. Certamente, non avranno. rinunziato alla tendenza che esisteva ai nostri tempi di affidare il potere al più vecchio. I miei diritti sono indiscutibili. Ma io vaneggio. Se mi ricordo come fosse ieri le atrocità dei turchi I Ecco un’età davvero enorme. Ahi Ah!