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Il “hall„ dell’Atlante 61


— No, no, — rifiutò Howard senza lasciargli il braccio. — Venite da questa parte.

E gli uomini rosso-vestiti sembravano pronti a rinforzare i suoi ordini. Alcuni negri dalla curiosa uniforme nera e gialla, che, da va loro l’aspetto di grosse vespe, comparvero in fondo al corridoio; uno di essi s’affrettò a tirar su, facendola bruscamente sdrucciolare, un’assicella che Graham aveva preso per una porta e precedette gli altri in una galleria che dava in una vasta sala dove lo stesso negro vestito di giallo e nero fece scivolare una seconda intelaiatura, quindi attese. Quel luogo sembrava un’anticamera, e vi era in mezzo un certo numero di persone; da una parte s’apriva al di sopra di qualche gradino una vasta ed imponente entratura adorna d’una stoffa spessa che serviva da portiera, un lembo della quale, sollevato, lasciava intravedere al di là una stanza ancor più grande, dove Graham scorse altri uomini vestiti di rosso dal volto bianco, altri negri, nero e giallo vestiti, in piedi, rigidi e immobili vicino alla porta. Quando egli attraversò la galleria tutti gli sguardi si fissarono su di lui e nello stesso tempo una voce risuonò:

— Il dormente.

Per mezzo di un’uscita aperta ad un tratto nel muro di quest’anticamera, il piccolo gruppo s’introdusse in un altro passaggio, e sboccò in una galleria metallica dalla ringhiera di ferro che s’allungava a metà altezza, lungo la parete della gran sala intravista dietro la portiera.

Graham entrò da un angolo di questa sala, di modo che rimase meravigliato della sua enorme grandezza. Più delle altre ancora questa seconda stanza era