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60 | quando il dormente si sveglierà |
più rapidamente che se fosse lasciata addirittura cadere. A quel punto, e senza volere, Graham si fermò per osservare quello strano passeggiero che disparve in una grande apertura circolare che guardava molto più in basso; poi spinse di nuovo lo sguardo verso la folla tumultuosa.
Sopra una delle vie più veloci una truppa compatta, una confusione di macchie rosse, comparve ad un tratto; s’inoltrò avvicinandosi al balcone e si riversò come un torrente sulle strade meno rapide, verso la fitta moltitudine a cui sopra abbiamo alluso, che si dibatteva nella parte centrale.
Quegli uomini vestiti di rosso erano armati d’un grosso bastone, una specie di clava colla quale colpivano ripetutamente.
Un tumulto spaventoso scoppiò ad un tratto; grida, di collera, urli di dolore o di spavento assordirono Graham che ne rimase sbalordito e tremante.
— Avanti, — gridò Howard trascinandolo per un braccio.
Un altr’uomo scivolò vertiginosamente lungo un canapo e Graham alzò vivamente la testa per vedere di dove uscivano quegli acrobati: a traverso il tetto vetrato e l’inviluppo di funi, di travi, di sbarre, delle vaghe ombre sembravano proiettare dalle ali d’un mulino a vento che girava con un movimento ritmico; tra uno spazio e l’altro s’intravedeva un lontano lembo di cielo azzurro. Sempre trascinato da Howard egli aveva attraversato il ponte e s’era introdotto in uno stretto passaggio ornato di disegni geometrici.
— Non voglio veder più nulla, — gridò Graham opponendo resistenza.