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Il “hall„ dell’Atlante | 59 |
vigliate a guardare i due uomini e le loro guardie vestite di rosso. L’effetto salutare dei liquidi che aveva bevuto non era che temporaneo e la fretta con cui camminava lo stancò presto, perciò chiese al compagno di rallentare il passo. Entrarono allora in un ascensore i cui finestrini davano sulla strada, ma siccome non si potevano aprire che a una certa altezza era impossibile vedere le piattaforme della strada; nonostante Graham potè scorgere alcune persone che per mezzo di lunghi canapi saltavano degli strani e fragili ponticelli.
Giunti ad un’altezza considerevole, essi attraversarono la strada sopra un ponte interamente circondato di vetro e così trasparente che il solo pensarci dava la vertigine a Graham tanto più che anche il pavimento era di vetro.
Rammentandosi le rive scoscese di New-Quay a Boscastle, ricordo tanto lontano riguardo al tempo, ma tanto vicino nel suo spirito, gli sembrò che questi ponti raggiungessero un’altezza di quattrocento piedi al di sopra delle strade movibili.
Egli si fermò chinandosi a guardare in basso tutto quel formicolio di vestiti azzurri e di uniformi rosse, che dall’alto apparivano rimpiccioliti, tutta quella gente che si spingeva per farsi strada, accennando con gesti vivaci il balcone che da lontano sembrava minuscolo, lo stesso balcone dal quale poco prima Graham aveva dominato lo spettacolo. Un tenue vapore e la vivida luce delle grandi lumiere investivano tutto e tutti. Seduto in una specie di piccola culla, intrecciata da assi sconnesse, un uomo passò come una palla di cannone che, lanciata da un punto più alto ancora sdrucciolasse rapidamente lungo un canapo, quasi