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ciale vi sembrerà molto complicata. Per dir la verità, non la capisco bene nemmeno io, e forse nessuno. Può darsi però che la comprendiate più tardi, fra poco.... Ora bisogna recarsi al Consiglio.

L’attenzione di Graham lottava fra la necessità presente di rassegnarsi e la curiosità che gli mettevano addosso le persone che incontrava nei corridoi e nelle sale.

Lungo i passaggi, nelle stanze, gli uomini in uniforme rossa costituivano la metà della folla; invariabilmente essi lo guardavano con rispetto e lo salutavano insieme a Howard.

I vestiti azzurro pallido che aveva veduto in gran numero sulle strade mobili non c’erano affatto in quel luogo. Sempre andando dietro a Howard, egli entrò in un lungo corridoio dove alcune bambine eran sedute su delle seggiole basse, come in una scuola. Egli non vide nessun maestro, soltanto un apparecchio bizzarro dal quale s’immaginò che dovesse uscire una voce. Le fanciulle, a quanto potè accorgersi, squadravano lui e il suo compagno con curiosità e meraviglia; capì che dovevan conoscere Howard ma non il nuovo venuto, e che si domandavano chi poteva essere; ma prima che avesse potuto farsi un’idea chiara di ciò che era questa riunione, fu condotto più lontano. Quell’Howard sembrava un personaggio abbastanza importante; eppure non era che il guardiano di Graham. Subito dopo essi sboccarono in un corridoio rischiarato da una luce crepuscolare; vi era sospeso un marciapiede in modo che delle persone che passavano non si potevano vedere che i piedi e le caviglie; poi sembrò a Graham d’attraversare delle gallerie dove poche persone si rivolgevano mera-