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28 quando il dormente si sveglierà


grigia e oscura; interrotta da grandi atrii, da aperture circolari, da ampie terrazze, da contrafforti, da spiccate torricelle, da una miriade d’immense finestre e da una confusione di ornamenti architettonici. A traverso questa facciata erano impresse, orizzontalmente e obliquamente, iscrizioni tracciate in lettere sconosciute a Graham. Alcune corde di una grossezza notevole erano fissate qua e là alla vôlta, e, descrivendo una rapida curva andavano a perdersi in insenature dalla parte opposta. Nel momento stesso in cui l’attenzione di Graham s’occupava di tali dettagli, fu improvvisamente distolta dalla lontana apparizione di un omettino vestito di celeste pallido. Quella piccola forma umana, arrampicata molto in alto, dall’altra parte della vôlta, all’estremità di uno di quei festoni, maneggiava delle funi quasi appena visibili, quindi s’impadroniva improvvisamente del contrafforte con terrificante sveltezza. Graham sentì un gran colpo al cuore. Quell’uomo percorse tutta la curva, ingolfandosi in un edifizio rotondo, praticato nel muro opposto.

Quando Graham era venuto sul balcone, aveva, prima di tutto, rivolto lo sguardo sulla vôlta, e ciò che ora aveva veduto sopra e in faccia a sè, aveva cattivato la sua curiosità, più di ogni altra cosa. Ma ad un tratto scoprì la strada e questa non era una strada nel vero senso che Graham dava a questa parola, poichè nel XIX secolo, le pubbliche strade erano semplici sentieri fatti di materiale immobile; in cui s’incrociavano carrozze e veicoli, fra due minuscoli marciapiedi. La strada che egli vedeva era larga trecento piedi (cento metri) ed era tutta mobile eccettuata la parte inferiore e centrale.