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Capitolo V.

Le strade che camminano.

Quando fu alla balaustra, alzò la testa.

Un’esclamazione di sorpresa scoppiò al suo apparire mentre un gran disordine avveniva nella piazza spaziosa. E prima di tutto provò una gran meraviglia. Il luogo che si offriva alla sua vista era la navata di un edifizio titanico, di un’architettura dalle proporzioni stravaganti che si stendeva in una curva immensa tanto a destra che a sinistra. Sopra alla sua testa potenti contrafforti si slanciavano e si ricongiungevano attraverso l’enorme vastità dell’arcata, e dei telai guarniti di una materia translucida intercettavano il cielo.

Globi giganteschi spandevano una luce fredda e bianca oscurando i pallidi raggi solari che filtravano dall’alto, attraverso le reticelle di metallo. Qua e là dei lievi ponti aerei sospesi nello spazio, da cui apparivano dei passeggieri come piccoli punti, erano gettati sull’abisso, mentre delle corde sottilissime tessevano nell’aria una colossale tela di ragno.

Volgendo la testa, Graham si accorse che l’edifizio sulla facciata del quale si trovava, continuava ad elevarsi a picco sopra di lui: l’altra facciata era