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L’eco del tumulto | 47 |
voce, manifestando in tutti i loro movimenti una grande ansietà.
Intantp il batto aiutava Graham a indossare un abito color rosso cupo cbe combinava in sè stesso calze, pantaloni e giacchetta.
Tal vestito era ricoperto da un mantello sapientemente complicato, ma graziosissimo, di un bianco azzurrognolo: e così Graham fu vestito alla moda.
Contemplandosi nello specchio vide il suo volto pallidissimo, i capelli lunghi, la barba folta. Almeno non era più nudo; anzi era di una eleganza certa, ma indefinibile.
— Bisogna che mi faccia la barba, — disse.
— Fra poco, — fece Howard.
Il giovane che lo fissava insistentemente, chiuse gli occhi, li riaprì, e stendendo la sua scarna mano si avanzò verso Graham; quindi si fermò, fece dei gesti lenti, e parve cercasse qualche cosa intorno a sè.
— Una sedia! — esclamò Howard con impazienza, e in meno di un secondo l’uomo dalla barba bionda aveva posto ima sedia dietro a Graham. — Sedetevi, ve ne prego, — invitò Howard.
Graham esitò. In una mano dell’individuo dallo sguardo fisso, egli vide risplendere un oggetto luccicante.
— Non indovinate, Sire? — esclamò l’uomo dalla barba bionda con una premurosa cortesia. — Esso vi taglierà i capelli.
— Oh! — fece Graham comprendendo. — Ma come lo chiamate....
— Un «capillotomista» precisamente. Esso è uno de’ più brillanti artisti del mondo.
Graham si sedette, l’uomo dalla barba bionda di-