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340 QUANDO IL DORMENTE SI SVEGLIERÀ

— Avete detto di non aver la mia fede; volevate però dire che rimpiangete di non averla? — No; — protestò Graham vivamente, — no! Davanti a Dio, no! — La sua voce cambiò. — Ma.... Io sàpevo pochissime cose.... Mi son deciso troppo presto.... — E tacque vergognandosi di una tal confessione. — V’ha una felicità che compensa tutto. Io vi ho conosciuto. Attraverso questo abisso di tempo, io sono arrivato fino a voi. Il resto- è compiuto.... è finito. Anche per voi c’è stato qualche cosà.di più’.... o qualche cosa di meno.... Si fermò ed. esaminò attentamente la fandulla; fuori si annunziavano notizie disperate, a cui essi non prestavano alcuna attenzione. Essa si portò la mano, alla gola: le sue labbra erano pallide ed apriva gli occhi smarriti come se avesse intraveduto qualche orribile po-sSibilità. Improvvisamente i suoi lineamenti si contrassero. — Oh! io sono stata sincera, leale! — esclamò’- — Sono stata leale. Io amo l’umanità e la libertà éd odio la crudeltà e la tirannia. Questo è certo. — Sì, — disse Graham. — Sì. E noi abbiamo fatto ciò che -era in noi di fare, abbiamo, lanciato il nostro messàggio. Ma, questa è forse la nostra ultima ora, adesso che tutte queste grandi cose sono terminate.... Egli s’interruppe: la fandulla rimase in silenzio col volto enigmatico e pallido. Essi non avevano udito- un improvviso rumore che giungeva di fuori: alcune persone correvano qua e là gridando. Elena trasalì improvvisamente e stette in ascolto. — È.... — esclamò, e si alzò senza p-o-ter parlare, incredula, trionfante. Anche Graham ascoltò mentre delle voci metalliche gridavano: — Vittoria, vittoria! i