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338 QtlÀNDO li. DORMENTE SI SVEGLIERÀ

Noi lottiamo per la giustizia e abbiamo il popolo...! e Dio con noi.... — Ostrog ha la disciplina, hà un piano.... Sapete ciò che ho provato ora.... quando ho saputo che que-’ gli aereopiani si avvicinavano sempre più? Mi è sembrato ’di lottare contro la formidabile mole del destino. Di fuori, giunse fino a loro l’acuta chiamata di una sóneria elettrica, uno scalpiccio, e il rumore di un messaggio fonografico. Graham catnminava in su e in giù per la stanza, nervoso, impaziente, ’e improvvis’amente si lasciò prendere dalla collera che era il difetto del suo carattere. — Maledetto questo mondo complesso, — esclamò. — Maledette tutte le invenzioni umane! Bisogna proprio che l’uomo muoia bornie un topO’ in trappiola senza poter mai vedere il proprio nemico? Oh! che cosa non darei p’er poter colpire! Quindi si voltò indietro, e cambiando maniere ad un tratto: — È ins’ensato! — esclamò. — “Bono un selvàggio! Camminò un poco, quindi fermandosi: — Dopo tutto Londra e Parigi non Sono che due città. Tutta la zona temperata si è sollevata. Ch’d importa che Londra sia condannata e Parigi distrutta? Questi non sono che accidenti. Il bisogno di aver notizie anche dubbiose, tó fece uscire ancora una.volta: e quando tornò, col volto JMÙ grave, si sedette accanto ad Elena. ’.— La fine dev’esSer prossima, — disse. — Il popolo lotta e soccombe, ja quel cbe pare, a dozzine di mighaia. Le strade nei dintorni di Roehampton, debbono esser come un alveare affumicato. E dire che tutta quella gente muore inutilmente! Essi attaccano