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Mentre giungono gii aereopiani 887

della stanza, e constatò che la cosa era esatta: quindi si recò in una vicina stanza, consultò una carta per misurare le distanze che separavano Londra da Avignone e da New-Arawan e fece rapidi calcoli. Poi, raggiungendo i -capi sezione, domandò notizie del combattimento degli imbarcaderi ma, non potendone avere, tornò ad Elena.

Il volto di lui era cambiato: gli era vagamente venuto in mente che la lotta fosse quasi terminata’ che Ostrog resistesse, che dall’arrivo degli aereopiani risultasse un timor panico che potrebbe esser funesto. Una frase di un messaggio gli aveva fatto intravedere la realtà che ’si approssimava: ciascuno di quei giganti alati portava àeco, per strangolar la Città, un migliaio di negri semi-selvaJggi. Improvvisamente il SUO’ entusiasmo umanitario fu attenuato: ’ due soli capi-sezione erano nella sala quando vi ritornò. L’atrio dell’Atlante sembrava vuoto ed a lui parve di notare un cambiamento nell’attitudine dei personaggi che l’occupavano. Allora un presentimento oscurò subito il suo spirito ed Elena lo guardò con aria ansiosa quando ricomparve. — Nessuna notizia, — egli disse con indifferenza studiata, in risposta allo sguardo che lo intenogava. — Oppure.... cattive notizie. Noi perdiamo. Noi non ghadagniamo terreno.... gh aereopiani si a-wicinano sempre più. Si allontanò fino al capo opposto della stanza, poi ritornando: — Se noi non c’impadroniremo il più presto possibile degli imbarcaderi.... — diss’egli, — accadranno cose orribili. Noi saremo sconfitti. — No, — disse la fanciidla, — non saremo sconfitti. Wells. ^uanJo il Dormente si sveglierìi. 22