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324 quando il dormente si sveglierà


geVa tutti, ma egli sapeva perfettamente di essere sul punto di lanciare un proclama al popolo della terra e aveva nel suo- spirito frasi grandiose ondeggianti e imprecise come ciò che voleva dire. Dopo una sferie di piccoli incidenti, entrò finalmente coll’uomo vestito di giallo, in una piccola stanza in cui era necessario declamare tale dichiarazione. La disposizione dei mobili, in ciò che essi avevano di ignoto per lui, pareva singolarmente strana: nel centro stava un ovale brillante, illuminato dall’alto da lampade elettriche a riflettori: il resto della,,stanza rimaneva neU’omhra e le doppie porte, graziosamente disposte, pfer le quali era venuto dall’atrio formicolante dell’Atlante, soffocavano ogni rumore, chiudendosi silenziosamente. 11 tumulto nel quale era vissuto da tante ore, era cessato improvvisamente: e si trovava in un cerchio tremolante di luce, in mezzo al sussurrio, ’ai movimenti rapidi e silenziosi di funzionarli appena visibili: tutto ciò produceva su Graham un effetto strano. Gli orecchi enormi di un meccanismo fonografico, si aprivano in una batteria, pronti a ricevere le sue parole: gli occhi neri delle grandi macchine fotografiche, aspettavano i suoi primi atti; più lontano, delle bacchette e dei rocchetti metallici splendevano debolmente mentre qualche cosa girava su se stesso in un angolo con un rumore incessante. Graham si avanzò fino al centro della parte illuminata, e la sua ombra si raccolse nera e precisa, in una piccola macchia, ai suoi piedi. Le cose che egli si era proposto di dire prendevano già una vaga forma nel suo spirito; ma quel silenzio, quell’isolamento, quell’improvviso allontanarsi dall’esaltarione contagiosa della folla, quella muta assemblea di macchine spalancate; splendenti.