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3l6 QUANDO IL DORMENTE SI SVEGLIERÀ insorti armati vestiti di azzurro ornati di nere cinture, vi entravano impetuosamente per sparire nelle stanze e nei corridoi dove quelle finestre davano accesso. Un crepitio di fucilate si ripercuoteva neU’aria attraversò quel tumulto; Graliam si vide trascinato, seguendo una curva spezzata, attraverso il grande atrio, in direzione d’un’apertura, al disotto (iella breccia. Egli scorse degli uomini che si sforzavano, con una specie di disciplina violenta, di tenere indietro la folla attorno a lui, per formare uno spazio’ libero. AU’uiscire dall’atrio, un gran; taiuro’ bianco, costruito di recente, al di sOpra del quale appariva l’azzurro del (rielo, si drizzò davanti ad essi. Allora coloro che portavano Graham lo rimisero in piedi mentre qual<nmo s’impadronì del suo braccio per inseginargli la strada. Gli fecero salire una stretta scala di mattoni, dopo di che egli distinse subito le grandi masse dipinte di rosBo, le gru, le leve e i meccanismi silenziosi dell’enoirme macchina da costruzioni. Giunto in cima alla stala, attraversò rapidamente un marciapiede strettissimo munito di una balaustrata e, improvvisamente, in una acclamazione iinmensa, l’anfiteatro deUe rovine si aprì di nuovo davanti a lui. — Il Maestro Ò con noi! Il Maestro! Il Maestro! L’acclamazione arrivò successivamente come un flutto siU quell’oceano di facce rivolte verso di lui, e venne ad urtare sulla scogliera lontana delle rovine da cui rimbalzò indietro in un’onda di grida. — Il Maestro e del nostro partito! Graham si accorse di non esser più circondato dal popolo e di essere in piedi sopra una piccola piattaforma provvisoria che faceva parte di un ponte di apparenza poco solida che circondava il Palazzo del