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26 | quando il dormente si sveglierà |
trata. In un angolo di quella casa di vetro, si ergeva una mensola fornita di lucidi strumenti e delicatamente costruiti, di cui egli non comprèndeva a qual uso fossero destìnati per quanto gli fosse poi possibile di riconoscere fra quelli un termometro a minima....
La tenue tinta verdastra di quella sostanza simile al vetro che Io circondava da ogni parte, oscurava ciò che si trovava al di là, ma nonostante potè distinguere un vasto appartamento di maravigliosa apparenza con in faccia una specie d’arco, di un passaggio immenso a guisa di vòlta, semplice però e bianco.
Contro questa capanna di vetro, erano appoggiati dei mobili: una tavola ricoperta con un tappeto color argento, che luccicava come il corpo scaglioso di un pesce; due sedie di forma graziosa, e, sulla tavola, un gran numero di piatti con diverse pietanze accatastate le une sulle altre, una bottiglia e due bicchieri.
Fu assalito da un appetito indescrivibile.
In mezzo a tutto ciò egli non distingueva nessun essere umano e, dopo aver esitato un momento, agitò i piedi e le mani per togliersi da quel materasso trasparente,e tentò di rizzarsi in piedi sul suolo pulito e bianco, ma aveva calcolato male le sue forze, poiché venne meno, traballò e dovette appoggiarsi alla parete di vetro per riprendere l’equilibrio. Per un momento, la fragile parete, pur piegandosi come se fosse stata di gomma, resistette alla pressione della sua mano, poi si spezzò con una leggera detonazione, con un colpo simile ad una bolla che scoppia. Il dormente, completamente stordito, saltò fuori, nel gran salone che aveva intraveduto e per non stramazzare