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La lotta nel Palazzo del Consiglio 3ag bito. Egli mi ha disobbedito. Sono venuto qui per togliergli tutto il maneggio degli affari. Senza aspettare Asano, attraversò il Vestibolo, salì gli Sicalini situati aH’estremità, e, sollevando la tenda, si trovò faccia a faccia col Titano sefnpre oppresso dal suo fantastico lavoro. L’atrio era deserto: il suo aspetto era molto cambiato da quando l’aveva veduto Graham. Nella lotta violenta della prima sommossa, esso aveva subito gravi danni. A destra della grande statua, la parte superiore del muro era stata demolita per quasi duecento piedi di lunghezza, e un’immensa p-lacca di una membrana vetrosa, simile a quella nella quale si era trovato rincMuso Graham quando si era svegliato, nascondeva l’apertura e ammortiva, senza soffocare, le voci del popolo di fuori. •— Alle sezioni! Alle sezioni! AUe sezioni! Attraverso queUa membrana si distinguevano le longarine e i sostegni degli apparati metallici cbe si elevavano e si abbassavano secondo i bisogni degli operai, lina macchina da costruzione, con lunghi bracci di metallo dipinto di rosso, che afferravano con un movimento lento i blocchi ancor plastici di pasta minerale e li ponevano esattamente nella posizione voluta;, si,ejigieva, scheletrita, in quella prospettiva tinta di verde. Essa contava ancora un certo numero di operai che esaminavano con sguardo sorpreso la folla che stava giù. Per mr momento Graham si fermò a contemplare un tale spettacolo e Asano lo raggiunse: — Ostrog, — disse Asano, — deve essere negli uffici laggiù! L’omettino era livido ora e i suoi occhi scrutavano attentamente la faccia di Graham.