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La lotia nel Palazzo del Consiglio ’ • 3o7 fischiandola negli orecchi di Graham che finì in brevecol non -udir più altro. L’uomo stava accanto a Graham e ad Asano sulla strada rapida, lanciando al suo passaggio il solito ritornello verso coloro che stavano ammucchiati sulle piattaforme inferiori. Egli alternava la sua accusa contro Ostro-g, con ofdini incomprensibili: in breve saltò a terra e disp-arve. LFn tal tumulto avvinceva Io spirito di Graham e non gli suggeriva che dei piani vaghi e informi. Ora vedeva arringare la foUa dall’alto di qualche palco; ora si ritrovava faccia a faccia con Ostrog: era pieno di rabbia, di un irresistibile bisogno di azione muscolare-, gli si contraevano i pugni, gli si serravano le labbra. La strada che conduceva al Palazzo del Consiglio, attraverso le rovine, era insormontabile, ma Asano evitò tale difficoltà, conducendo Graham nelle dipendenze d’eH’ufficio centrale della posta. Il servizio delle poste funzionava regolarùnente, ma i postini vestiti di azzurro camminavano a malincuore o si fermavano per contemplare cogli occhi aperti, attraverso gh archi delle loro gallerie, gii uomini chè gridavan loro dal di fuori: «Tutti alle sezioni 1» E dietro il consiglio di Asano, Graham si fece riconoscere. Essi penetrarono nel Palazzo del Consiglio per mezzo di un canapo. Già nel breve spazio di tempo che era trascorso dalla capitolazione dei consiglieri, era avvenuto un gran cambiamento nell’aspetto di quelle rovine. Le cascate d’acqua zampillanti che scaturivano dagli acquedotti d’acqua di mare, erano state sviate e contenute, ed enormi docce prow’isorie erano disposte in alto, lungo un sistema di cavalletti di apparenza poco sohda. I canapi che servivano al Palazzo del