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Nelle vìe della Citià ag3 vano ridotto le contrattazioni ad un [minimo denza confronti.,1 Su una vasta piazza si vedevano delle lunghe tavole per la «roulette», circondate ognuna da una folla volgare ed eccitata: altrove era una babele di donne dal viso hvido, e di uomini dal collo rosso e gonfio-, dai robusti p-ohnoni: questi energumeni compravano e vendevano le azioni di un’impresa assolutamente fittizia, che ogni cinque minuti pagava un dividendo del dieci per cento, e che annullava una porzione delle sue azioni per mezzo di una ruota di lotteria, ’; Ques’te febbri, e questi aggi si dispie-gavan-o- con un’energia che passava facilmente alla violenza e Graham, avvicinandosi a un gruppo compatto, scorse, nel mezzo-, due individui impegnati, unghie e becco, in una disputa furibonda su qualche punto- delicato di etichetta commerciale. Restava ancor nella vita qualche cosà che valeva la pena di un pugilato.... Ma un annunzio veemente era ripetuto- in linguaggio fonetico e in caratteri rossi, luminosi, ciascuno alto due volte l’altezza di un uomo: «Noi assicuriajno il Proprietario». — Chi è il Proprietario? — domandò Graham. — Voi. — Ma che cosa mi assicurano? — Non avevate le assicurazioni prima? Graham rifletté, jx)i domandò ancora: — Sulla vita? — Ahi Sì! Assicurazioni sulla vita. Sì, mi ricordo, si dice-va così al tempo vostro. Assicurano la vostra vita. Dei dozandes di persone sì procurano delle pohzze, si impiegano su di voi delle miriadi di leoni.