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Nelle vie della Ciità Izgt tratto ebbero freddo. Il riverbero che i loro piedi rimandavano indicava che camminavano sopra un ponte di vetro. Da una galleria laterale, protetta contro l’aria esterna da una vetrata, raggiunsero una stanza che sembrava esser familiare a Graham, sebbene non potesse rammentarsi distintamente quando vi fosse già entrato-. In questa stanza, pure circolare, si drizzava una scala, stilla quale si arrampicarono, e giunsero ad un luogo elevato scuro e glaciale ove si trovava un’altra scala quasi verticale. Salirono ancora, e Graham era sempre perplesso. Ma, arrivato in alto, Graham riconobbe le sbarre metalliche alle quali si appoggiava. Egli era nella gabbia metallica che ricopriva il globo della Cattedrale di San Paolo. La cima della cupola non si elevava che un poco- al disopra del contorno generale della città, nel tranquillo crepuscolo, e, s’inchinava, lucente e come coperta di uno strato oleoso, sotto qualche luce lontana, mentre tutto il monumento si perdeva in uu mare di tenebre. Al di fuori, fra le Sbarre i suoi occhi si spingevano sul chiaro cielo del Nord, ove non spirava alcun vento, e rivide sempre simili, immutabili le costellazioni sparse. Capella appariva all’Ovest, Vega si alzava, e i sette punti brillanti dell’Orsa maggiore disegnavano al di sopra della sua testa il loro maestoso arco verso il polo. All’Est e al Sud, le grandi forme giranti dei Motori a vento, dal rumore gemebondo, si innalzavano come grandi macchie sul cielo, e nascondevano nella direzione del Palazzo del Consiglio, tutto un lembo di cielo. A Sud-Ovest la palhda figura di Orione scin