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272 quando 11 dormente si sVegiIerà degli cfaèques-, che già nella sua vita anteriore aveva rimpiazzato l’oro nelle grandi transazioni commerciali. In realtà, il traffico comune della Città e il credito comune del mondo intero erano condotti per mezzo di questi piccoli chè’ques del Consiglio, bruni, verdi e rosa, per somme minime, stampati su carta fortissima, una specie, di tessuto - di una flessibilità di seta, con uno spazio in bianco per indicare il nomie della persona che usufruiva della somma menzionata. Asano ne aveva con sé parécchi, e alla prima occasione colmò le lacune della sua collezione. Sopra tutti figurava;un fac simile della firma del Maestro» Dopo duecentotrè anni Graham ritrovava le curve e le fioriture di questo- autografo familiare. Alcune esperienz-e intermediarie non fecero su lui un’impressione tanto viva da impedire che la questione del «disarmo» s’impossessasse di nu-ovO dei suoi pensieri. L’immagine confusa di un tempio teosofo che prometteva miracoli in lettere enormi, a luce intermittente, non fu forse intieramente sommersa, ma, lo spettacolo dell’enorme refettorio del viale di Northumbérland l’interessò immensamente. Grazie aU’eniergpa e alla perspicacia d’Asano, fu anche in grado di contemplare quelle immense tavolate, dall’alto ’di una piccola galleria cop-erta, riservata alle persone di servizio. L’edificio era invaso da cima a fondo da un rumore lontan-o-, specie di fischio, di ululato, di clamore coperto, di cui non potè dapprima distinguere il senso, ma che gli rammentò una certa voce mist-eri-o-sa e rauca che aveVa udita dopo il riapparir della luce, nella notte della Sua passeggiata soUtaria. Ades’so si abituava alle Vaste proporzioni e alle mol-