Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
Nelle vie della Città 269 sante, le grida e i frammenti enigmatici della lotta sociale appena cominciata, confondevano e oscuravano il suo spirito. Dappertutto festoni e stendardi, decorazioni nere e barocche rendevano più intenso il carattere della sua popolarità. Dappiertutto egli afferrava tronche frasi di quel dialetto grave e triviale che impiegava la classe illetterata, vale a dire la classe che non poteva offrirsi la cultura fonografica. Ber tutto le proteste contro il disarmo si ripetevano oon una violenza di cui non aVeva avuto la minima idea, finché era rimasto confinato nel quartiere dei Motori a vento. Capì che avrebbe dovuto, appena tornato, discuter subito questa questione con Ostrog, in modo più concludente di quello che non aveva fatto fino allora, come pure le conseguenze più grandi di cui quei torbidi erano espressioni. Continuamente quella notte, anche nelle prime ore della loro passeggiata vagabonda a traverso la Città, questo spirito di disordine e di rivolta occupò unicamente la sua attenzione,, esclusi gli innumerevoli dettagli che avrebbe potuto osservare in altre circostanze. A causa di questa preoccupazione, egli non potè raccogliere che delle impressioni frammentarie. Tuttavia, fra tante co-sie strane e vive, nessmi oggetto, nessun fatto, per quanto personale e persistente, poteva esercitare una preponderanza assoluta. Spesso il moto rivoluzionario usciva totalmente dal suo spirito, era messo da parte come un sipario che dissimulasse qualche aspetto impressionante dell’epoca. Elena gli aveva imposto questo intenso ardore di ricerca, ma, a momenti, eUa stessa si allontanava dai suoi pensieri coscienti. Un istante, per esempio, si accorse che traversavano il quartiere religioso — poiché, la