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f Aeropilo 227 cora immensa pianura d’un azzuirro verdas&’o e torbido. L’isola di Wight diminuiva nella distanza, e b’en presto un lembo di nebbia grigia staccandosi da altri lembi i quali non erano altro che nubi discese dal cielo, rese visibili i suoi contorni:- era una costa indorata dal sole e bella a vedersi, la costa séttentrionale della Francia. Essa s’inalzava, si coloriva, diventando sempre più chiara e distinta, m’eintre la parte opposta del paese delle dune d’Inghilterra si mostrava a poco a poco al disotto di essi. ffarigisorse ad un tratto suH’orizzonte, vi restò oomie sospeso, poi fu perduto di vista nel tempo che l’aeropólo descriveva una vasta curva per (risalire verso settentrione. Graham riconobbe la torre Eiffel, semprd in piedi e vicino ad essa uni eno-rme duomo, sormontato da una statua realmente di colossale grandezza ma che sembrava una capocchia di spillo. Vide pure, senza però capire sul principio ciò che significasse, un’i.mmensa nube obliqua di fumo; l’aereonauta parlò di perturbazioni nelle strade inferiori, frase aUa quale Graliam non prestò sul principio grande attenzione. Ma osservò invece i minareti, i campanili, i contorni dei graziosi edifici che, iimumierevoli, si slanciavano verso il cielo, al disopra delle ali dei motori a vento della città, e concluse che almeno in fatto di grazia e d’eleganza, Parigi aveva sempre il primato su Londra, la sua più grande e più popolata rivale. Mentre il suo sguardo si volgeva su questo panorama una forma azzurra salì rapidamente dalla città rome ima foglia morta scacciata dal vento; descrisse parecchie cun-e, poi si diresse verso di loro diventando man mano più grande. L’aerconauta pronunziò qtudche parola.