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/ L* Aevopilo ’■ 22$ Le ascensioni davano a Graham la grande soddisfazione del proprio sforzo riuscito felicemente; le discese in mezzo all’aria rarefatta costituivano per lui una gioia indescrivibile tanto che non avrebbe voluto fermarsi mai. Egli esaminava ’ attentamente il paesaggio cbe si stendeva verso settentrione, sopra di sè, e tutti i più piccoli particolari lo interessavano in modo straordinario. Le rovine delle case che si ergevano una volta nella campagna lo colpivano e così le vaste pianure senz’alberi da doVe erano sparite le fattorie, i villaggi, i sobborghi e le città, dove non restavano più che delle macerie. Egli s’era aspettato questo spettacolo, ma vederlo coi propri occhi era un’altra cosa. Cercò d’orientarsi e di riconoscere i diversi luoghi che aveva conosciuto in quel bacino concavo, ma sul principio non riuscì a distinguere nessun pupto segnalato perchè si erano allontanati dalla yalle del Tamigi. Ben presto però essi passarono al disopra d’una collina calcarea, ben definita, chie egli riconobbe per il dorso d’asino di ’Guildford, a causa del noto profilo della gola alla sua estremità orientale, e delle! rovine della città che una volta s’inalzava bruscamente su ciascun versante della vallata. E Idi là egh stoprì altri ponti, Leith Hill, le lande sabbiose d’Aldershot, e altre ancora. Una scarpata di dune mostrava dei giganteschi Motori a vento che giravano lentamente, ed eccettuato là dove la strada eadhamitata di Portsmouth, tutta frastagliata di forme precoci, seguiva l’antica ferrovia, la valle dove scorreva la Wey era chiusa da alcune forti barriere. Tutta quanta la distesa delle dune scoscese fin dove lo sguardo poteva spaziare a traverso i vapori Wells.:^uanJo il Dormente si sveglierà, 13