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La catalessi 15

— L’avete più riveduto da quel giorno? — chiese Warming.

— Ho pensato tante volte di venire qui, — rispose Isbister, — ma gli affari a’ nostri giorni che ci assorbono troppo, non ci permettono molta libertà. La maggior parte del tempo ho vissuto in America....

— Se non sbaglio, — riprese Warming, — siete pittore, è vero?

— Sì; lo ero.... Ma mi sono ammogliato ed allora mi accorsi che mettere dei colori sopra una tela bianca, avendo un talento mediocre.... non dava molto profitto.... e dal sogno son passato alla realtà.... Quelle réclames sulle rocce di Douvres sono state eseguite da me.

— Sono eccellenti, — osservò l’avvocato, — per quanto sia un peccato di vederle lassù!

— Esse dureranno quanto le rocce, — dichiarò Isbister soddisfatto. — Il mondo cambia. Quando il vostro parente si è addormentato, vent’anni fa, io ero a Boscastle colla mia tavolozza, pieno di un’ambizione tanto nobile, quanto antica. Io non mi aspettavo mai che il mio pennello illustrasse le coste della vecchia Inghilterra da Land’s End fino a Lizard. La fortuna picchia alla nostra porta quando meno ce lo aspettiamo.

Warming parve dubitare sulla qualità di una tal fortuna.

— È mancato poco che non v’incontrassi, se ben mi ricordo.

— Voi siete arrivato colla stessa carrozza che mi aveva portato alla stazione di Camelford. Eravamo alla vigilia del Giubileo, il Giubileo della regina Vittoria, poiché rammento ancora gli stendardi e gli ori-