Pagina:Wells - Quando il dormente si sveglierà, 1907.djvu/204

204 quando il dormente si sveglierà

un senso più vasto, uno stato di cose che si sarebbe immischiato ai destini dell’uomo? Perchè si era svegliato? Che cosa doveva fare in questo mondo?

L’umanità si stendeva sotto di lui, come una carta geografica: egli pensava ai milioni e milioni di esseri umani che si succedevano incessantemente e per sempre gli uni agli altri dalle tenebre della non esistenza alle tenebre della morte.

A qual fine? Un fine ci doveva essere, ma un tal fine oltrepassava i limiti del pensiero di Graham e per la prima volta egli vedeva chiaramente la sua infinita meschinità: vedeva, vero e terribile, il tragico contrasto fra la forza umana e le aspirazioni del cuore. In quel breve istante, egli considerò se stesso per quel piccolo, infimo accidente che era e nel medesimo tempo sentì la grandezza del suo desiderio.

Improvvisamente la propria nullità e le proprie aspirazioni gli apparvero intollerabili.... e qualche cosa d’irresistibile lo spinse a piegare.... Pregò allora balbettando cose vaghe, incoerenti, contradittorie: l’anima sua, attraverso il tempo e lo spazio e attraverso ad ogni confusione multipla e dubbiosa dell’esistenza, era tesa verso qualche cosa — non sapeva quale, affatto — Verso qualche cosa che potesse capire tutta la sua angoscia e sentirne pietà.

· · · · · · · · · · · · · · · · · · · ·

Laggiù — lontano — su una terrazza, un uomo e una donna godevano la freschezza dell’aria mattutina. L’uomo aveva portato un canocchiale per spiare il Palazzo del Consiglio e pregava la donna a volersene servire. In breve la loro curiosità fu sodisfatta; dal posto in cui si trovavano, non avevano potuto vedere nessun spargimento di sangue. Dopo un’ispe-