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186 | quando il dormente si sveglierà |
l’epoca a cui egli aveva appartenuto, che il sacrifizio del gran numero al piccolo numero, sarebbe cessato un giorno; che il momento era vicino in cui ogni fanciullo, nato da donna, avrebbe, una probabilità equa e certa di felicità. Dopò duecento anni la stessa speranza, sempre sfumata, faceva udire da un capo all’altro della. Città il suo grido appassionato; dopo duecento anni, egli lo constatava, la mendicità, il lavoro senza speranza, tutte le miserie di una volta, più grandi che mai, erano cresciute com’era cresciuta la Città prendendo gigantesche proporzioni.
A poco a poco egli riusciva a capire tutti gli avvenimenti più importanti accaduti durante il tuo sonno; ora sapeva qual decadenza morale era seguita alla rovina della religione soprannaturale nello spirito del volgo, la decadenza dell’onore pubblico, l’ascendente, della ricchezza: poichè gli uomini che avevan perduto la fede in Dio, avevano conservato sempre la loro fede nei propri possedimenti, e la ricchezza regnava in un mondo venale.
Il suo dignitario giapponese, Asano, che gli esponeva la storia politica dei due secoli passati, si servì di una immagine abbastanza giusta, paragonando lo stato sociale ad un seme roso da insetti parassiti. Dapprincipio ecco il seme originale che matura vigorosamente, poi viene un insetto che depone il proprio uovo, e tutto ad un tratto, in men che non si dica, il seme è diventato un involucro cavo che porta dentro di sè un baco attivo, il quale avrà in breve divorato la sua sostanza. In seguito arriva anche qualche parassita secondario, qualche mosca icneumone che depone un uovo in quel baco il quale alla sua volta non è più che un guscio vuoto; mentre la