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184 | quando il dormente si sveglierà |
Consiglio, si elevavano gli immensi uffici dell’amministrazione municipale e del Governo: ad oriente, verso il porto, erano i quartieri di commercio, gli enormi mercati pubblici, i teatri, i luoghi per le adunanze, le sale da giuoco, gli innumerevoli saloni da bigliardo; i circoli di baseball e di foot-ball, le arene delle bestie feroci e i templi numerosi di sètte cristiane o quasi cristiane, di maomettani, di buddisti, gnostici, adoratori di fantasmi, adoratori di incubi, di idolatri, adoratori di oggetti diversi ecc., ecc.: e a mezzogiorno ancora era situata un’immensa manifattura di tessuti, di conserve, di vini e di olii. Da un punto all’altro precipitava la folla lungo le rumorose strade meccaniche. Gigantesco alveare di cui i venti erano i servitori infaticabili e che aveva come corona e simbolo appropriati quei perpetui motori aerei....
Pensava alla popolazione fantastica che era come imbevuta da quella immensa spugna bucherellata di halls e di gallerie: pensava ai trentatrè milioni di esistenze, ciascuna delle quali recitava il proprio dramma breve e triviale sotto di lui; e allora il fascino che egli trovava nella luce del giorno, nell’immensità e nello splendore del panorama, e soprattutto, il sentimento che la sua propria importanza aveva fatto nascere in lui, diminuiva e finiva col dileguarsi. E contemplando da quell’altezza i punti più elevati della città, diventava impossibile per lui concepire ciò che fosse quella folla di trentatrè milioni insieme a tutte le responsabilità che stava per addossarsi, e l’immensità di quel Maëlstrom al disopra del quale s’innalzava il suo misero regno.
Tentò poi d’immaginarsi l’esistenza individuale dei suoi contemporanei; e si meravigliava nel vedere come