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182 | quando il dormente si sveglierà |
menti erano in pratica considerati come antiche vestigia, come curiosità. Perfino nei due imperi della Russia e della Germania, l’influenza della sua ricchezza aveva un peso enorme. Là, naturalmente, si presentavano e problemi e difficoltà e pericoli — anche possibilità — ma, collocato così in alto come era lui, la Russia e la Germania stessa, gli apparivano sufficientemente lontane. In quanto a ciò che fosse l’amministrazione della zona nera, a ciò che potesse significare giustamente la zona nera, non se ne preoccupò minimamente, secondo l’abitudine presa nella sua prima esistenza e che là vi fosse una minaccia sospesa sopra la spaziosa visione che aveva dinanzi e sè, il suo cervello del diciannovesimo secolo non poteva immaginarlo. Al contrario il suo spirito si staccava ad un tratto da quella scena per pensare ad un terrore svanito.
— Dov’è il pericolo giallo? — domandò Graham e Asano lo pregò di spiegarsi.
Lo spettro giallo era scomparso giacchè Cinesi ed Europei vivevano in pace: il ventesimo secolo era giunto, ma malgrado la certezza che in media il Cinese era ugualmente civilizzato, più morale e molto pù intelligente del servo europeo e aveva rinnovato sopra vasta scala la fraternità dello Scozzese e dell’Inglese, fraternità che si era operata nel diciassettesimo secolo. Come Asano diceva:
— È stato riflettuto, e riconosciuto che noi, dopo tutto, eravamo dei bianchi.
Graham tornò a contemplar lo spettacolo che aveva sotto gli occhi, e i suoi pensieri presero una nuova direzione.
Al sud-ovest, oscuro, smaglianti e incantatrici, vo-