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180 | quando il dormente si sveglierà |
della vita, l’esistenza in campagna era diventata sempre più costosa o addirittura impossibile. La soppressione del curato e del signorotto, la sostituzione del medico pratico allo specialista della città, avevano spogliato il villaggio del suo ultimo segno di cultura intellettuale. Dopo che il telefono, il cinematografo, il fonografo ebbero preso il posto del giornale, del libro, del maestro di scuola e dell’alfabeto, vivere fuori del campo, delle corde elettriche, sarebbe stato vivere da selvaggio isolato. In campagna non esistevano nè risorse, nè mezzi per vestirsi o per nutrirsi (secondo il concetto raffinato dell’epoca) nè medici capaci in un caso urgente, nè società, nè alcuna occupazione utile di nessuna specie. Di più, le applicazioni della meccanica all’agricoltura facevano di un meccanico l’equivalente di trenta agricoltori.
In tal modo, al contrario dell’impiegato cittadino nel tempo in cui Londra era appena abitabile a causa delle sue nebbie insalubri, gli agricoltori affluivano la sera, passando dalle strade o fendendo l’aria verso le sue distrazioni e le sue delizie per ripartirne la mattina di poi. La Città aveva assorto l’umanità; l’uomo era entrato in una nuova fase del suo sviluppo. Dapprima aveva regnato il nomade, il cacciatore, quindi il coltivatore dell’epoca agricola per il quale le città e i porti non erano altro che dei quartieri generali e dei mercati.
Ed ora, conseguenza logica di un’epoca di nuove invenzioni, si era costituita finalmente l’enorme aggregazione d’uomini.
All’infuori di Londra, non si contavano in Inghilterra che quattro grandi città: Edimburgo, Portsmouth, Manchester e Shrewsbury: Graham durava fatica ad