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In vedetta 177

do anch’esse immense réclames, simboli distintivi e orribili del nuovo secolo, proiettavano le loro ombre vorticose e accumulavano continuamente l’energia che scorreva a fiotti, perpetua, attraverso tutte le arterie della città. E in basso, l’innumerevole gregge del «Trust» dell’alimentazione, errava, sorvegliato da’ pastori solitari.

Da nessuna parte, nessun luogo a lui noto, veniva a rompere il gruppo delle forme smisurate di laggiù. Egli sapeva che la Cattedrale di San Paolo aveva sopravvissuto insieme a molte, altre antiche costruzioni di Westminster, fuori di vista, nascoste, incastrate e ricoperte, fra l’incremento gigantesco di quel gran secolo.

Il Tamigi stesso non veniva più ad interrompere e ad abbellire col bagliore argenteo de’ suoi flutti l’immensa estensione della città: gli acquedotti alterati assorbivano fino la minima goccia delle sue acque, prima che potesse giungere alla Città. Il letto e l’estuario del fiume, considerevolmente spurgati e profondi, formavano adesso un canale alimentato dal mare, dove un esercito di sozzi barcaiuoli trasportavano, sotto i piedi stessi degli operai, le pesanti materie prime, necessarie all’industria.

Ad oriente, fra cielo e terra, si intravedeva vaga e confusa, la foresta degli alberi raccolti nel Pool dal colossale servizio marittimo, poichè tutto il grosso traffico, per il quale non è necessaria molta fretta, si faceva sugli enormi bastimenti a vela, e le mercanzie urgenti arrivavano con bastimenti più piccoli, più rapidi, attivati da potenti motori.

A mezzogiorno, sotto alle colline, vasti acquedotti conducevano l’acqua del mare nelle fogne; mentre